L'uomo in armonia con gli elementi
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Il fallimento degli ogm secondo Vandana

Gli Ogm in agricoltura? Un fallimento totale. Non hanno aumentato le produzioni, non hanno diminuito l'utilizzo
di sostanze chimiche, non hanno migliorato le difese contro parassiti e infestanti. Il loro effetto è stato opposto: hanno devastato la biodiversità, aumento l'utilizzo di sostanze chimiche e impoverito milioni di contadini.


Sono queste le conclusioni del rapporto mondiale sugli Ogm pubblicato da Navdanya international, l'associazione per la tutela della biodiversità fondata dalla nota ambientalista e scienziata indiana Vandana Shiva.Per la prima volta un unico dossier raccoglie e sintetizza centinaia di ricerche scientifiche, di analisi, di esperienze sul campo condotte in tutto il mondo da scienziati, ma anche da associazioni e comunità locali. "Negli ultimi anni - spiega Vandana Shiva -  abbiamo ascoltato sempre più spesso esperienze di fallimenti delle colture Ogm, mentre dall'altra parte è emersa con sempre più evidenza la capacità dell'agricoltura ecologica di aumentare la produzione di cibo. Abbiamo perciò deciso di mettere insieme tutto il lavoro prodotto dalla rete mondiale di scienziati, attivisti, comunità locali. Il risultato è chiaro: 'l'imperatore Ogm non ha vestiti'. Le sue promesse sono solo illusioni".

La presentazione del rapporto apre una campagna mondiale di sensibilizzazione: "Vogliamo che i cittadini leggano questo rapporto per poter poi dire, insieme a noi, che l'imperatore, cioè Monsanto, leader mondiale delle colture Ogm, non ha vestiti. Da questa consapevolezza può svilupparsi la sfida per una nuova democrazia alimentare". Da oggi il rapporto sarà disponibile sul sito www.navdanyainternational.it. E qui, chi lo vorrà, potrà aderire on line alla campagna lanciata da Navdanya e dalla rete mondiale di scienziati, attivisti e associazioni.

 

L'imperatore non ha più vestiti

Filo conduttore del rapporto è la metafora di una famosa fiaba di Andersen. Chiara l'allusione: l'imperatore è ormai nudo perché sono cadute una ad una tutte le false promesse con cui è stata motivata l'espansione delle colture transgeniche nel mondo.

Il rapporto parte dall'argomento che più piace all'"imperatore" e che più ha sin qui sedotto il suo uditorio: "Gli Ogm garantiranno più cibo e contribuiranno a combattere la fame nel mondo".

Nessun risultato del dossier va in questa direzione. Le ricerche del rapporto dimostrano come le rese delle coltivazioni non siano aumentate con l'utilizzo del transgenico e come in molti casi (la colza in Australia, il cotone Bt in india) le coltivazioni tradizionali abbiano oggi performance migliori.

Non solo. Sono sin qui falliti i tentativi di coltivare con le biotecnologie quasi tutti i prodotti alimentari (vedi il caso della manioca, della patata e di altri tuberi) per cui  gran parte delle coltivazioni Ogm non sfamano gli uomini ma gli animali (attraverso i mangimi) o alimentano le auto (con i biocarburanti).

Gli Ogm non sono riusciti neppure a perseguire il loro secondo grande obiettivo: realizzare colture capaci di resistere da sole a parassiti e infestanti. Le ricerche mostrano invece nelle aree a coltivazione Ogm lo sviluppo di infestanti e parassiti nuovi, definiti super, per i quali occorrono diserbanti e pesticidi ancora più forti cosicchè l'uso di sostanze chimiche è aumentato rispetto al passato anche del 25-30%. Negli Stati Uniti la diffusione crescente di infestanti resistenti al glifosate è quintuplicata da 2,4 a 12,6 milioni di acri a causa dell'espansione della coltivazione di  mais Ogm resistente al glifosate. E analogo è il cammino dei parassiti: il verme Rootworms sta sviluppando una resistenza al mais Ogm in Iowa e Illinois. E la stessa Monsanto ha riconosciuto che un verme è diventato resistente al suo cotone Bt in India.

Non ci sono esiti migliori per la terza grande promessa dei pro-biotech: quella di creare colture resistenti alla siccità e quindi capaci di affrontare i cambiamenti climatici: le varietà più resistenti continuano a essere quelle selezionate in natura.

Ma se non producono effetti che non siano negativi, se, come documentato, l'opinione pubblica quando interpellata, mantiene una posizione almeno scettica, perché le colture Ogm proliferano? Il rapporto segue la pista delle attività di lobbying e di marketing per mostrare, per esempio, come  le maggiori imprese biotecnologiche abbiano speso, tra il 1999 e il 2009, più di 547 milioni  di dollari per azioni di lobbying presso il Congresso americano.  

Il vero effetto degli Ogm

Gli agricoltori  non hanno ricevuto nessuno dei benefici promessi dalle multinazionali. E invece secondo il dossier presentato oggi, pagano un conto salatissimo. Il sistema delle multinazionali, con i brevetti dei semi Ogm, ha monopolizzato il mercato dei semi (10 imprese detengono il 67%); la diffusione delle monocolture e l'inquinamento genetico hanno fatto il resto. Il caso più drammatico è quello dell'India:  i contadini, che si aspettavano un aumento del reddito, si sono indebitati a causa degli elevati costi annui di sementi (i semi Ogm non si riproducono) e  di prodotti chimici. Ben 250.000, secondo i dati della ricerca, si sono suicidati per la disperazione. In Sud Africa, nelle colture di cotone, è avvenuto un fenomeno simile.

C'è poi un altro aspetto, inquietante, che riguarda tutti i cittadini. Ed è quello sulle conseguenze per la salute. Nel dossier vengono riportate una serie di ricerche e di avvertimenti degli scienziati riguardo alla potenziale nocività degli Ogm per la salute umana e per quella dell'ecosistema.

Non viene spesa una parola definitiva, ma restano i dubbi. E perché, ci si chiede, in presenza di una situazione non adeguatamente valutata dal punto di vista scientifico, si è consentito alle biotecnologie di inquinare larga parte del patrimonio agricolo e di approdare sulle nostre tavole?

Il ruolo dell'Europa

La mappa del transgenico varia ogni giorno con l'aumento dei terreni conquistati:  negli Stati Uniti, primo produttore mondiale, il 93% delle coltivazioni di soia, l'80% del cotone, il 62% della colza e il 95% della barbabietola da zucchero sono Ogm. La situazione va nella stessa direzione in America Latina (Brasile e Argentina sono al secondo e terzo posto nella hit parade mondiale), in diverse aree dell'Asia (in testa l'India), in Australia e progressivamente in Africa. In Europa  l'introduzione è ancora limitata: sin qui sono stati autorizzati solo due Ogm: il mais Monsanto e la patata amflora.  Esistono spazi di coltivazione solo in Spagna (70.000 ettari coltivati a mais), e più limitatamente in Repubblica Ceca (3.000 ettari), Portogallo (500 ettari). Germania e Inghilterra hanno piccole porzioni di terra coltivate a Ogm. 

Il vecchio continente non ha ancora trovato una posizione unitaria sulla materia. Questa situazione fluida depone a favore degli Ogm che se ancora non sono entrati dalla porta principale ci arrivano già copiosamente dalla finestra. L'Ue importa il 70% dei mangimi, in massima parte soia e mais provenienti dagli Stati Uniti. Inoltre sono potenzialmente presenti nelle farine di mais e di soia che figurano come ingredienti di tantissimi prodotti alimentari.

La possibile alternativa

Davanti al fallimento del sistema agricolo ad alta tecnologia e Ogm, esiste un'alternativa possibile per aumentare le rese e combattere la povertà: è quella rappresentata dai mezzi di coltivazione ecologici e sostenibili. Una ricerca inglese pubblicata  nel rapporto mostra come nei Paesi in via di sviluppo i metodi biologici producano rese più alte dell'80% rispetto all'agricoltura industriale.

Un recente studio dal Relatore Speciale delle Nazioni Unite  ha riferito che grazie a questi metodi le rese sono raddoppiate in un periodo da 3 a 10 anni nei test condotti in 20 paesi africani.

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